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Personal Branding

I 10 peccati capitali del personal branding

Le cose da NON fare per coltivare al meglio il proprio personal branding
di Anna Fata
Fonte immagine: SteamFeed

Tutti noi abbiamo un brand personale.
Esso ci è connaturato, è parte integrante di noi, è l’espressione del nostro modo di essere, esserci, relazionarci, vivere, lavorare.
Nessuno ne è immune.

Il personal branding è frutto del sapiente mix dei nostri talenti, punti di forza, limiti, obiettivi, e ancora più da come tutto questo viene percepito da chi ci sta intorno.
Saper veicolare un’immagine consapevole, corretta, coerente, finalizzata, di noi stessi e della nostra professionalità può rappresentare un punto di forza notevole capace di attrarre le persone, le opportunità, le occasioni professionali, le relazioni in linea con il nostro modo di essere, fare e dei nostri scopi.

Il personal branding cavalca un limite sottile tra promozione di sé e servizio al prossimo, sul piano privato e professionale. La consapevolezza di sé e dei propri obiettivi deve fungere da sfondo capace di lasciare un posto di primo piano al prossimo, che sia un amico, un cliente o uno stakeholder in generale. Si deve essere in grado di conoscere il proprio pubblico, ascoltarlo, mettersi al servizio per rispondere ai suoi bisogni, necessità, problematiche.

I 10 peccati capitali

In quest’ottica, le cose assolutamente da NON fare in materia di personal branding, tra le tante, possono essere:

1. Credere di non avere bisogno di coltivare il proprio personal branding
2. Credere che sia qualcosa che riguarda solo la sfera professionale
3. Veicolare una rappresentazione distorta di sé
4. Considerare il personal branding qualcosa che riguarda solo se stessi
5. Costruire un brand in cui non si crede
6. Trascurare gli elementi personali nel proprio brand
7. Dimenticare la componente social del brand
8. Essere discontinui nel seguire il proprio brand
9. Essere eccessivamente auto promozionali
10. Non mettersi nei panni di chi osserva.

Un ottimo esempio di personal branding assai efficace è quello che Brian Hagenbuch  ha perfettamente delineato di Papa Francesco.

papa francesco
Fonte immagine: La Stampa

Il suo brand è pieno di entusiasmo, calore, tenerezza, sa mirare al cuore delle persone.
Il segreto dei buoni top leader è quello di personificare il proprio brand. Mentre si dedicano ai loro affari e alla coltivazione del capitale relazionale, pongono un limite assi sfumato tra ciò che attiene alla sfera professionale e quella umana.

In questa ottica il Papa attuale rappresenta molto più di un brand. Egli incarna delle caratteristiche umane di personalità che ogni bravo imprenditore dovrebbe avere, nello specifico:

umiltà: l’ha dimostrata più volte, in diverse occasioni. Essa non gli toglie autorevolezza, né competenza, al contrario le eleva insieme ad una percezione di maggiore avvicinabilità;
autenticità: questa lo aiuta ad essere credibile, a conquistare la fiducia, rappresenta una sorta di garanzia personale di fronte agli altri;
empatia: i suoi piccoli gesti di vicinanza a coloro che gli stanno intorno, dai “selfie” in poi, gli permettono di essere vicino, in sintonia, sullo stesso piano dei suoi seguaci e questo consolida la loro fidelizzazione e ne attira di nuovi.

E voi a chi vi ispirate per coltivare il vostro personal branding?

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