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Web Marketing

Alessandro Mazzù: Come diventare consulente di Web Marketing

Intervista a Alessandro Mazzù
di Anna Fata

Qualche giorno fa mi sono arrivate ben due splendide sorprese: un podcast e un libro entrambi a firma di Alessandro Mazzù, scrittore e consulente di Web Marketing. Il titolo del libro già in sé è tutto un programma: Il primo manuale operativo per consulenti di web marketing” edito da Flaccovio.

libro alessandro mazzù

Ammetto che il colore giallo, icona del suo Personal e Professional Branding è molto accattivante. Mette di buon umore e dispone favorevolmente all’ascolto e alla lettura.

Se cerchi un libro che non sia solo un libro, ma molto, molto di più, questo manuale fa al caso tuo. Se cerchi un libro che sia anche corso di formazione, se cerchi un libro che sia teorico, ma anche e soprattutto pratico, sei arrivato nel posto giusto.

Tutto quello che avresti voluto sapere sulla professione di consulente di Web Marketing la trovi in questo nuovissimo libro. E se già svolgi questa professione trovi sicuramente tanti interessanti spunti per svolgerla ancora meglio.

Presi dall’entusiasmo dei contributi di Mazzù, gli abbiamo chiesto una intervista esclusiva per Mywebidentity e per i nostri lettori.

Come e quando è sorta in te l’idea di diventare consulente di Web Marketing?

R: Ho iniziato lavorando in azienda, dopo la laurea. Ero impiegato nel reparto marketing di un’azienda e ho visto l’evolversi del web. Me ne sono subito innamorato. Mi sono licenziato per mettere su una mia agenzia che ho chiuso dopo 8 anni. L’ho chiusa perché ho deciso di puntare su me stesso visto il crescente interesse da parte delle aziende per la mia consulenza e per le numerose richieste di formazione da parte di aziende e di scuole. È stata quindi la naturale evoluzione di un percorso.

Quale è stato il tuo percorso di studi e quale consiglieresti di intraprendere ad un aspirante consulente?

R: Io sono laureato in Scienze Politiche. Laurea che col lavoro che faccio non c’entra poi così tanto. In effetti la laurea nel mio caso mi è stata utile per fornirmi una buona conoscenza di base di economia, antropologia, diritto, etc. e per darmi una forma mentis utile in quello che attualmente faccio. Oggi esistono facoltà come Scienze della Comunicazione che sono molto più vicine al mondo del web. Credo però che nessuna facoltà sia in grado di formare realmente i ragazzi per avviarli alle professioni digital. Nella mia attività di formatore incontro tantissimi ragazzi e, la maggior parte di essi, ha conoscenze teoriche medie e nessuna conoscenza pratica. L’Università in Italia, almeno per quello che compete la mia sfera professionale, è indietro anni luce. I ragazzi devono essere consapevoli che completando l’università si ritroveranno nuovamente nella casella di partenza. Hanno completato un percorso ma un altro, molto più lungo e impegnativo, li aspetta.

E dopo gli studi, secondo te, un neo consulente è già pronto per proporsi sul mercato? E se non lo fosse, come fare per fare la sua esperienza che sia realmente efficace e formativa?

R: Fare esperienza è fondamentale ma ci si scontra contro gli annunci di lavoro nei quali si cercano risorse teoricamente da inserire come stagisti che però devono avere esperienza in tutti gli aspetti del marketing digitale. È un sistema che non funziona! Il mio consiglio è quello di cercare e di provare solo realtà aziendali o agenzie nelle quali c’è possibilità di imparare qualcosa. Qualunque altra esperienza non serve a nulla. La pratica sul campo, soprattutto dopo l’esperienza teorica dell’Università, è fondamentale.

Altro nodo per il consulente, nuovo, ma a volte anche esperto: l’acquisizione dei nuovi clienti. Che consigli e strategie suggerisci per raggiungere questo delicato obiettivo?

R: Non ho mai adottato strategie per acquisire nuovi clienti. Ho sempre fatto il mio lavoro nel modo che io ritenevo più giusto per me e i clienti sono arrivati da soli. Oggi, grazie al web, abbiamo un palcoscenico enorme, il più grande tra tutti. Dobbiamo solo capire bene cosa fare per attirare l’attenzione su di noi. Non è facile ma è una delle attività principali da portare avanti per entrare in contatto con potenziali clienti. Altro modo per trovare clienti è il passaparola da parte di clienti soddisfatti e fidelizzati.

Un aspetto importante della professione di consulente di Web marketing riguarda le relazioni: con i clienti, potenziali e acquisiti, con i colleghi, con i fornitori. Che cosa consigli per coltivare al meglio queste relazioni?

R: Coltivare le relazioni è fondamentale. Esistono diversi libri che si basano proprio sulla teoria, che io condivido pienamente, che per arrivare al successo sono necessari gli altri. È fondamentale quindi prestare la massima cura per questa attività.
I clienti vogliono essere rassicurati e aggiornati costantemente. Per questo motivo è necessario che il consulente entri in contatto con loro, tramite telefonata, email, conference call o visita di persona, più spesso possibile. Questo alla lunga migliora il rapporto e aumenta la fiducia che poi è la base di questo lavoro. Per quanto riguarda i colleghi, ritengo sia sempre necessario confrontarsi, per crescere e per migliorarsi. Gli eventi sono un ottimo modo per incontrarsi.

Parliamo dei competitor: nel tuo libro definisci bene il concetto riferendoti al target e al prodotto/servizio. Come fare per scovare e coltivare una propria nicchia professionale in mezzo alla grande sovrabbondanza di offerta?

R: Questa è una questione molto discussa e complessa. In realtà, conoscendo bene il proprio prodotto e servizio, non è poi così tanto difficile scovare la famosa nicchia. Il problema, secondo me, è che in tantissimi non conoscono a fondo il proprio prodotto/servizio e per questo motivo faticano a trovare il proprio pubblico di riferimento. Quando dico che non si conosce bene il proprio pubblico, mi riferisco al fatto che in tanti mettono sul mercato la loro offerta senza prima aver fatto, ad esempio, studi di fattibilità. Soltanto in pochi, pochissimi, si rivolgono a un consulente quando hanno l’idea. Lo fanno, magari, soltanto quando il loro prodotto/servizio non vende. Inoltre, in pochissimi sanno rispondere alle domande che pongo io durante il primo incontro col potenziale cliente: “perché io dovrei comprare il tuo prodotto e non quello che ho normalmente acquistato fin ora? Quali sono i vantaggi che solo il tuo prodotto può darmi? Quali benefici riceverò dall’utilizzo del tuo prodotto?” Ecco, credo che se gli imprenditori seguissero l’iter corretto non avrebbero poi tanti problemi a comunicare con i potenziali clienti della loro nicchia di mercato.

Parliamo un po’ di te, siamo curiosi! Cosa fai per coltivare il tuo Personal e Professional Branding e come consiglieresti di comportarsi in tal senso per un consulente, aspirante o già esperto?

R: Mi occupo personalmente del mio personal branding che cerco di curare in modo scrupoloso e minuzioso. È uno degli aspetti più delicati e non può essere delegato. Creo contenuti, sotto forma di podcast e di articoli, prossimamente anche di video, che pubblico sul mio sito e condivido su Facebook e LinkedIn principalmente. Lo faccio con costanza cercando di creare attesa e interesse. Mi impegno per creare contenuti che siano interessanti per chi li leggerà, per il mio pubblico. La cosa più importante, che è anche il consiglio che mi sento di dare, è di sforzarsi al massimo per essere originali e per far venire fuori il proprio personale modo di comunicare. Senza finzioni, senza vincoli. Essere se stessi è la cosa che può dare chance di successo.

Una riflessione sul futuro: come pensi che evolverà la professione e la figura del consulente?

R: Il consulente è, e sarà sempre, il centro di tutto. Non potrebbe essere diversamente. A prescindere dagli strumenti, è sempre necessario che ci sia qualcuno che ne indichi l’utilizzo in funzione del raggiungimento degli obiettivi (dello strumento stesso ma anche di tutte le attività sinergiche), che sappia scegliere le metriche di misurazione e sappia leggerle per aggiornare la strategia. L’esempio che faccio spesso è quello del direttore d’orchestra. Senza questa figura, i musicisti rimarrebbero soltanto ottimi musicisti ma non sarebbero mai un’orchestra. Il futuro, dal mio punto di vista, non può cambiare: il consulente è, e sarà, il centro di tutto il mondo digital.

Domandona finale: Cosa diresti ad un potenziale lettore per convincerlo a comprare e studiare con cura il tuo libro?

R: Gli direi semplicemente la verità: il libro che ho scritto è unico perché fornisce, in modo pratico e concreto, un metodo di lavoro. È utile sia per chi è già consulente che per chi vuole diventarlo. È un libro diverso dalla maggior parte di quelli in commercio perché, grazie agli schemi guidati, alle check list, etc. è davvero un reale supporto alla professione.

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