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prima impressione
Personal BrandingPsycho Identity

Perché le prime impressioni sono così potenti e persistenti?

Come suscitare un’impressione positiva e rafforzare il proprio personal branding
Di Anna Fata

A ciascuno di noi sarà capitato almeno una volta nella vita di vivere una sensazione ‘a pelle’ quando si incontra per la prima volta una persona. Non si sa dare una spiegazione razionale, essendo magari una perfetta sconosciuta o quasi, eppure quest’impressione c’è, è forte, palpabile, inequivocabile e soprattutto persistente.

Cosa c’è dietro la cosiddetta prima impressione? Come si forma, come si alimenta, e soprattutto, si può cambiare nel tempo?

La prima impressione si forma per lo più in modo subconscio, ha la funzione atavica di permettere la sopravvivenza, perché consente di comprendere pressoché istantaneamente se la persona che si ha di fronte rappresenta una minaccia per noi o meno.

In genere ci piacciono le persone che sentiamo simili a noi per il modo di essere, pensare, sentire, agire. Le differenze, in termini adattivi, ci suscita disagio perché implica imprevedibilità, quindi possibile minaccia.

Le prime impressioni sorgono assai velocemente, ma cambiarle, soprattutto se sono negative richiede grande sforzo, energia, tempo e non sempre ci viene concessa tale possibilità. Senza l’opportunità di successivi incontri la percezione negativa iniziale si sedimenta nella memoria e tutte le eventuali altri informazioni seguenti non fanno altro se non consolidarla.

Secondo il dottor Jack Schafer i meccanismi cerebrali di base che generano questa impressione subitanea e assai durevole sono:

l’effetto ‘priming’: i primi elementi che ci giungono dall’altra persona e che colpiscono la nostra attenzione, un odore, uno sguardo, una foggia d’abito evocano pensieri, sensazioni, emozioni in modo talmente veloce da non accadere in modo consapevole. Questo è funzionale alla sopravvivenza;
la pigrizia cerebrale: il nostro cervello di avvale di scorciatoie dette ‘euristiche’ per arrivare alle sue conclusioni. Le euristiche si basano su pensieri, credenze, convinzioni acquisite nel tempo con l’esperienza. Esse sono utili per non sovraccaricare l’attenzione e consentire ad essa anche il contemporaneo focus su altri elementi o attività. Il limite delle euristiche sta nel fatto che ogni situazione, in realtà, è nuova, come tale non esistono euristiche valide in assoluto. Questo è ancora più vero se si tratta di conoscere una persona nuova;
la velocità e la forza delle prime impressioni: si stima che le prime impressioni impieghino meno di 100 millisecondi per essere create. Quando si formano di fronte ad una persona sconosciuta, in genere nascono a partire dal volto. Esposizioni più lunghe di fronte alla persona non assicurano una prima impressione necessariamente più affidabile.

Alla luce di ciò si deduce che il tempo che abbiamo a disposizione per creare una buona prima impressione è veramente poco e spesso non possiamo avere una seconda opportunità.
Curare il look, il modo di porsi, l’atteggiamento esteriore al pari di quello interiore rappresentano delle strategie essenziali su cui puntare. Tutto questo processo va curato con la massima attenzione, alla luce di una profonda consapevolezza interiore e esteriore, nel rispetto delle circostanze e di chi si ha di fronte.

Sapere stare bene nei propri panni significa sentirsi a proprio agio in ogni circostanza e con ogni persona, senza per questo sforzarsi di ‘dover piacere’ a tutti i costi a tutti.

Fonte immagine: MarketingGroup

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