Cosa c’entrano i contenuti col Personal Branding?
Intervista a Riccardo Esposito su come produrre contenuti efficaci per la propria immagine professionale
di Anna Fata
Oggi, anche grazie al Web, siamo tutti sono stretta sorveglianza. Occhi più o meno visibili ci scrutano 24 ore su 24, anche mentre noi dormiamo. Già, perché tutto quello che produciamo e pubblichiamo nel web continua ad esserci e a generare degli effetti sia che ne siamo consapevoli, sia non.
Ma il Personal Branding cosa c’entra con i contenuti?
Nel web, più che mai, siamo quello che pubblichiamo. Contenuti testuali, fotografie, video, infografiche, tutto racconta qualcosa di noi. Persino la nostra assenza. Per questo motivo chi ci osserva, chi effettua ricerche su di noi si crea nella sua mente un’idea di noi, della nostra persona, della nostra professionalità.
Sensazioni a pelle, che sorgono istantaneamente, spesso suffragate da elementi concreti, che nel giro di pochi istanti possono beneficiare o compromettere le opportunità professionali, ma anche umane, che ne possono conseguire.
Come produrre contenuti, quindi, come articolare una nostra presenza nel web che possa essere in linea con il nostro modo d’essere e con i nostri obiettivi professionali?
Ne parliamo con Riccardo Esposito, Blogger, Webwriter Freelance.
D: Che rapporto c’è tra contenuti e Personal Branding?
R: Un rapporto stretto, intimo, decisivo. Quando pubblichi qualcosa metti in campo te stesso, mostri il tuo essere e la tua forza. Definisci la tua competenza. Se vuoi dare un’immagine chiara della tua professionalità non puoi sbagliare: devi pubblicare dei contenuti capaci di dare delle risposte. Senza dimenticare i dettagli: scelta delle immagini, leggibilità, lessico.
Attenzione, poi, a non cadere nella solita trappola: contenuti non è sinonimo di articolo. Puoi fare personal branding con il tuo blog, ma questo vale anche per video, podcast, infografiche. Il rapporto è continuo, senza interruzioni: tu sei ciò che pubblichi per alimentare l’interesse del pubblico e per rispondere alle sue domande.
D: Che consigli offriresti a un professionista che vuole coltivare il suo Personal Branding online e offline?
R: Beh, in primo luogo consiglio di aprire un blog e di farlo con un hosting professionale, niente piattaforme gratuite. Devi comunicare professionalità e autorevolezza, non puoi lavorare su un servizio che ti costringe a usare formule imposte dall’alto. Poi ci sono i social, croce e delizia di chi vuole lavorare sul personal branding. Io uso questi canali per essere utile alle persone che mi seguono, per condividere contenuti di qualità a prescindere dalla firma. Quindi raccolgo le fonti che trovo online e le sintetizzo in questi canali (Facebook, Twitter Goolge Plus).
Personal Branding offline? Chiaro, è necessario quando arrivi a un certo livello. Come suggerisco anche nell’ultimo libro – Etno Blogging per tribù digitali – devi uscire dalla sfera virtuale per incontrare la tua community. Per parlare con le persone e mettere in pubblica piazza la tua voce, la tua conoscenza, il tuo sapere. Ecco, io credo che ci sia grande difficoltà in questo passaggio. Molti vogliono rimanere dietro al monitor ma non è possibile: devi metterti in gioco e lo devi fare il prima possibile.
D: Che vantaggi può offrire a un professionista produrre contenuti, proprio oggi che vi è una notevole sovrabbondanza d’essi nel Web?
R: Attraverso la logica dell’inbound marketing ti fai trovare grazie ai contenuti: lavori con il blog, la SEO e il social media marketing per diffondere la tua voce. Ma è questo il punto: lo fanno tutti. Un tempo era sufficiente avere un blog, eravamo in pochi a lavorare su questo punto. Oggi c’è grande inflazione, e tutti dicono la stessa cosa. Puoi risolvere il nodo in qualche modo?
Certo, devi lavorare con le tue idee. Devi portare avanti il tuo punto di vista e non devi scendere a compromessi. Soprattutto mai copiare: questo è l’ultimo punto, non puoi mettere a repentaglio la tua autorevolezza in questo modo. Lavora bene, lavora sodo e cerca di andare oltre.
D: Quali competenze si dovrebbero possedere per produrre contenuti efficaci e finalizzati?
R: Dipende dal tipo di contenuto: parliamo di video? Di newsletter? Di blogging? Ogni ramo ha la sua specializzazione, ma è proprio questo il punto che voglio sottolineare: la tua competenza deve essere la capacità di entrare nello specifico senza dimenticare la creatività. Il punto di snodo è questo: riuscire a mantenere standard elevati senza mettere da parte la creatività.
D: Come è cambiato il marketing aziendale con l’avvento del Web e dei Social Network?
R: È cambiato completamente, dalla A alla Z. Prima le aziende potevano contare su una pubblicità di massa, lanciavano volantini e manifesti per farsi conoscere. Oggi abbiamo un discorso ampio che le aziende ancora cercano di ignorare: la capacità dell’individuo di rispondere, di lasciare la propria opinione, di far sapere a tutti qual è l’opinione su un prodotto o servizio. Questo è il social web, questa è la costruzione condivisa della conoscenza. Non sono più solo i potenti a poter esercitare questa leva: anche la massaia può far sentire la sua voce. Con una recensione, un commento su Facebook, un articolo sul blog personale. Le aziende che non capiscono tutto questo sono destinate a scomparire.
D. Perché imprenditori, manager aziendali dovrebbero dedicarsi a coltivare il loro Personal Branding?
R: Perché il futuro non è scontato, e perché in questo modo possono diventare un manifesto della propria azienda. Ecco, io la vedo in questo modo: soprattutto chi occupa cariche importanti dovrebbe essere un riferimento, un simbolo del ruolo che svolge. Le persone dovrebbero ritrovare in quel nome dei riferimenti chiari. Senza dimenticare che il personal branding non è semplice mettersi in mostra.
Puntare sul personal branding vuol dire definire la propria persona, farsi conoscere nel miglior modo possibile per le proprie capacità e conoscenze. Ma soprattutto comunicare dei valori: quando le persone pensano a un argomento devono collegarlo a te. Ecco perché pubblicare contenuti di qualità (non solo articoli del blog) è indispensabile.
D: Come valutare l’efficacia del lavoro che un’azienda sta effettuando sui contenuti?
R: Dipende dagli obiettivi posti dall’azienda stessa. Non li valuto dalle ricondivisioni o dai commenti, non li valuto dalle visite ma dalle conversioni. Voglio guadagnare con il blog? Bene, devo creare delle landing e attirare i contatti verso queste pagine con buoni contenuti. Stesso discorso vale per le aziende. Spesso, però, tutto si basa su concetti semplici e scontati: pubblico e non succede niente, perché? Forse le aziende dovrebbero puntare di più sulla formazione e dare la possibilità ai dipendenti di frequentare corsi di blogging in grado di comunicare conoscenza e tecniche.
D: Se una persona desidera intraprendere la tua professione di Blogger e Webwriter, che consigli le daresti?
R: Di aprire un blog ora, subito. Con un hosting di qualità e con un tema professionale. Una buona piattaforma WordPress e via: tanta creatività e tante idee da mettere su carta. Il resto non conta, le paure di fallire frenano il tuo lavoro ma devi essere forte. E devi avere costanza: all’inizio tutto sembrerà difficile, non devi mollare al primo ostacolo. Ti assicuro che ce ne saranno molti.
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