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Conosciamo la buona educazione nelle relazioni virtuali?
Intervista a Laura Pranzetti Lombardini*
di Anna Fata

 

Oggi social media e social network appaiono nella stragrande parte delle nostre vite. Chi di noi non ha sentito parlare almeno una volta di Facebook, Twitter, Youtube, Instagram o Linkedin? Chi di noi non ha almeno un amico, un conoscente, un familiare che possiede un profilo su questi social?
Entrarci è facile, restarci anche, esprimersi ancora di più. Se questo rappresenta una grande opportunità di condivisione, scambio, collaborazione, conoscenza, dall’altro può creare difficoltà relazionali tra le persone. Già, perché a volte, davanti ad uno schermo, si rischia di dimenticarsi che dall’altra parte dello schermo ci sono altrettante persone. Con la loro sensibilità, usi, costumi, idee, valori, stili di vita. E, magari, il nostro modo di porci e di esprimerci può urtare la loro sensibilità. Esattamente come può accadere a noi quando qualcuno si esprime, direttamente o indirettamente, nei nostri confronti.

Come vivere quindi, questi contesti social, valorizzando le opportunità, rispettando se stessi e il prossimo, preservando al tempo stesso la libertà e l’integrità delle altre persone?

Ne parliamo con Laura Pranzetti Lombardini* Autrice del libro Dizionario contemporaneo di buone maniere” e dell’omonimo Blog  . 

laura pranzetti lombardini

D: Come comportarsi quando vorremmo metterci in contatto con una persona che conosciamo, via mail, e/o chiedere l’amicizia o il collegamento su un network ludico come Facebook, o professionale come Linkedin?

R: Prima di tutto con rispetto ed educazione. Nel caso della e mail rivolgersi come se si scrivesse una lettera poco prolissa e rileggere sempre: gli errori ortografici indispongono.
Negli altri casi soppesare le parole per rendere l’intenzione.
Può andare bene qualsiasi di queste soluzioni, basta che la richiesta avvenga privatamente e non in modo pubblico. Solo dopo che il soggetto ha ricevuto la richiesta di contatti o amicizia virtuale, potrà essere pubblico. La riservatezza è alla base dell’educazione.
Fino a pochi anni fa l’educazione imponeva che, in caso di richiesta di un numero telefonico di una terza persona, si dovesse chiedere il consenso. Sembra siano passati anni luce.

 

D: Come comportarsi quando una persona della nostra cerchia interagisce in modo non consono alla nostra educazione sulla nostra bacheca?

R: I casi sono due ma dipende dalla forza negativa dei concetti espressi: ignorare l’intervento se reputiamo sia stata una svista o togliendo la persona dai nostri circuiti. Mai e poi mai agganciare le volgarità di parole o d’animo perché hanno un effetto moltiplicatore.

 

D: Come comportarsi con una persona che incontriamo per la prima volta vis a vis, dopo averla conosciuta e avere interagito esclusivamente online?

R: Con tutta la naturalezza possibile anche se magari ci aspettavamo altro. La conversazione sarà comunque più agevole avendo avuto già scambi telematici e analizzato degli argomenti. Per il resto valgono le regole di rispetto ed educazione delle relazioni quotidiane.

 

D: Cosa NON pubblicare assolutamente sulla propria bacheca di un contesto ludico come Facebook?

R: Foto di altri senza il loro consenso prima di tutto e poi fatti personali o di famiglia. Per il resto sta al proprio decoro e alla propria sensibilità personale.

 

D: Cosa NON pubblicare assolutamente sulla propria bacheca di un contesto professionale come Linkedin?

R: Linkedin ha unicamente scopo professionale per cui sono da evitare tutti i riferimenti riguardanti la sfera privata. Se si vuole ottenere uno scopo, bisogna adeguarsi alle regole di comunicazione del network in questione. Il ‘tanto per fare’ non porta a nulla.

 

D: Quale potrebbe essere l’anatomia di un post e di un’immagine rispettosa dei canoni basilari della buona educazione in un social network?

R: Posso parlare della mia esperienza nella pagina fb Buone maniere contemporanee, nata per lanciare il mio primo libro cui hanno fatto seguito in due anni altri tre libri sempre con argomento di galateo contemporaneo. Amministratori della pagina sono i miei figli, 23 e 21 anni, poiché non desidero essere su facebook e vivere la loro vita: non sono un’amica, sono la mamma. Io fornisco loro giornalmente un lemma di galateo così scelgono la fotografia che può attirare la lettura in coerenza con l’argomento. Le immagini vincenti sono quelle che trasmettono ironia o simpatia o eleganza. E la grande soddisfazione sono le condivisioni: sono una specie di applauso continuo. Ad esempio, nel mio caso, faccio prevalere la lucidità: non sono ‘amici’ ma contatti e followers. Mi torna alla mente la frase arguta di Gianni Mura, che non è certo un nativo digitale :”provate a chiedere un prestito a un amico di facebook e vedrete le migliaia di amici che si dileguano”.

 

D: Come conciliare i principi della buona educazione con un modo di porsi autentico, spontaneo, naturale, espressivo della propria natura, on e offline?

R: Essere se stessi, non forzare o alterare la propria immagine che prima o poi verrebbe tradita. È un po’ come le bugie, magari utili al momento ma poi faticosissime da ricordare. Tal che spesso fanno cadere in contraddizione. Anche quelle bianche, dette a fin di bene.

 

D: Che consigli darebbe ad un genitore che si trova alle prese con l’insegnamento delle regole della buona educazione ai propri figli?

R: Di non essere sempre negativi, di dare l’esempio e dire spesso, non sempre , dei sani e impopolari ‘NO’. E quando i figli risponderanno “ lo fanno tutti” i genitori ribadiranno “Ma voi non siete tutti”. E di proporre la lettura dei miei libri, rivolti proprio alle giovani generazioni!

 

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